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15 novembre, 2011

Regioni emozionali...

Sono le quattro regioni del corpo dove noi sperimentiamo gli effetti primari dell’emozione. Esse sono il Cuore il Plesso solare l’ Hara (ventre) e la Regione sacrale (Zona perineale). Le regioni emozionali sono strettamente dipendenti dal SNV e tramite questo al SNC e ai centri emozionali che fanno parte del nostro sistema bio-fisico. Se sottoposta a uno stressor  emozionale o a una tensione, la regione emozionale si attiva provocando sensazioni più o meno gradite e, in caso di inibizione dell’arousal  risulta fisicamente contratta.
Un abbraccio
MaPi

Guarigione e salute...


Nella vita quotidiana “normale” immaginiamo per lo più che esista un qualcosa un quid, un’anima separata dal corpo e che ad esso si colleghi come se andasse ad abitare un involucro che le e estraneo. La guarigione viene dalla sintonia, armonia e comunicazione con la nostra fonte spirituale, che e accessibile e a disposizione nel mondo fisico.Ognuno deve prendersi la responsabilità per il proprio processo di guarigione. Il che non esclude affatto un metodologia terapeutica e l’intervento medico, ma certo non può essere una delega totale: l’essenza che anima la nostra vita individuale è un fatto soggettivo come lo è la volontà personale.In questa ottica, energetica-inclusiva, la salute non può più essere più “solo il corpo” ma chiederà che il paziente e il medico alimentino la consapevolezza dell’essenza, del nucleo, del divino, dell’anima e dello spirito.Già Platone fece una riflessione: “ …questo il grande errore del nostro tempo: I medici tengono separata l’anima dal corpo” , il problema è sentito dunque da molti secoli, siamo un po’ lenti, come umanità, ma come dice il Dalai Lama, impegnandoci possiamo farcela…in questa ottica unitaria ed “energetica”, non più meccanicistica, la guarigione – processo più profondo che deve attivarsi oltre alla “cura” -avviene nel momento in cui riusciamo a sintonizzare ogni atomo del corpo a questa coscienza che lo abita.La dottoressa Rachel Remen, tra l’altro Direttrice Medica del Commonweal Cancer Help Program, un istituto in California che si occupa di assistere con programmi residenziali i malati di cancro, afferma che:“ è una tendenza diffusa negare lo spirito o persino ometterlo del tutto. Dopo vent’anni di lavoro con persone malate di cancro, vedendole guarire in una grande varietà di circostanze, sono arrivata a sospettare che la guarigione sia più una funzione dell’anima che della mente. La salute non è un fine. La salute è un mezzo. La salute ci permette di servire ad uno scopo nella vita, ma non è lo scopo della vita. Si può servire ad uno scopo con una salute danneggiata. Come viviamo non è importante per me quanto perché viviamo. Perché siamo qui in questi corpi ? Che cosa stiamo facendo qui così ? Questo mistero è più importante per me che scoprire come questi corpi funzionano. La medicina contemporanea dell’occidente ha l’orientamento più intellettuale, il sistema di guarigione più analitico, ed è anche l’unico che non permette la possibilità dell’intervento divino, la possibilità del misterioso o del miracoloso. La mente nega ciò che non comprende. Siamo una cultura identificata mentalmente. Abbiamo una tendenza culturale a negare il mistero, le dimensioni spirituali della vita. Tendiamo a delegare lo spirituale ad altri che vi sono più interessati o che sentiamo sono forse meglio preparati per trattarlo.
Ma lo spirituale non può essere delegato. Noi tutti vi partecipiamo. E’ la nostra stessa natura, il nucleo della nostra umanità.”
Un abbraccio con il cuore
MaPi


13 novembre, 2011

Accogliere....

"Accogliere così totalmente ogni cosa accada abbandonandosi completamente da sentirsi sgretolare come una statua di sabbia. Il vento della Vita soffia forte e la sgretola, la consuma, la dissolve disperdendola nel tutto. Nulla viene trattenuto, niente si conserva, ogni cosa è polvere spazzata via, affetti, amici, averi, pensieri, stati d'animo...tutto tutto tutto.
Ciò che rimane è ciò che sei."
Un pensiero per voi.
 Maria Pia

La via della Gioia !!


Un'autentica evoluzione spirituale implica la capacità di vivere pienamente e armonicamente la propria esistenza in questo mondo. Vivendo con coerenza e sincerità, rispettando e accettando i propri limiti e i propri tempi di maturazione si procede anche sul cammino della Luce senza perdere tempo. Chi cerca di perseguire l'illuminazione senza aver imparato a vivere armonicamente e totalmente la quotidianità della vita, compie lo stesso errore di chi volesse raggiungere l'ultimo piano di un grattacielo compiendo balzi sempre più alti, senza attraversare via via i piani intermedi Un simile comportamento a volte può essere causa di gravi turbe psichiche o di seri problemi fisici e, nella migliore delle ipotesi, è fonte di profonde insoddisfazioni e scoraggiamenti, dovuti ai molti anni di sacrifici infruttuosi, oppure è la matrice di varie forme di presunzione e di autoesaltazione. Accettare e rispettare se stessi e il proprio livello di maturazione non significa adagiarsi, ma camminare attentamente al proprio ritmo, seguendo le indicazioni degli organi della Luce, e superare gli ostacoli che via via si incontrano. Se poi capita di non vederne uno e di inciampare o di cadere, non bisogna scoraggiarsi o denigrarsi, ma riprendere il cammino con amore, pazienza e fiducia nelle proprie capacità. Vivere con coerenza e sincerità significa anche essere fedeli a se stessi, cioè manifestarsi ed esprimersi così come veramente si è. Significa togliersi le innumerevoli maschere dietro alle quali nascondiamo il nostro vero volto, significa ritrovare la spontaneità e l'autenticità che avevamo da bambini. Essere vuol dire vivere attivamente e coscientemente tutte le nostre potenzialità. Esistere invece significa lasciarsi vivere, senza consapevolezza, senza utilizzare le potenzialità che si hanno a disposizione. La maggior parte delle persone esiste in uno stato di semi incoscienza, senza una chiara prospettiva, senza una finalità. Per questo motivo queste persone agiscono come le bandiere al vento, lasciandosi trasportare dalla moda, dalle pubblicità, dagli amici, ecc. e non raggiungono mai la piena soddisfazione, oppure si annoiano a morte, perché non sanno cosa farsene della loro vita.
Un abbraccio con il cuore
MaPi

Benedizione Apache!!

“Possa il sole portarti nuova energia ogni giorno
Possa la luna ristorarti dolcemente ogni notte
Possa la pioggia lavare le tue preoccupazioni,
Possa la brezza soffiare nuova forza nel tuo essere,
Possa tu camminare dolcemente attraverso il mondo
e conoscere la sua bellezza tutti i giorni della tua VITA”.
Un abbraccio di luce
MaPi

Come si formano i ricordi...



Pensiamo ad un animale che percepisce vento e rumori insoliti al crepuscolo, e fugge. Non ci sono pericoli evidenti, ma in passato questi stessi eventi si sono associati alla comparsa di un leone: nella memoria esiste tra essi una connessione, anche se non c’è alcuna causalità. È quello che Edelman definisce un “presente ricordato”, che si attiva allo scopo di preservare l’animale. Succede anche agli uomini. I ricordi però non sono duplicazioni dell’evento originale accumulati in ogni dettaglio, ma sono replicazioni. Ogni volta che ricordiamo qualcosa non ne abbiamo una esatta riproduzione bensì una interpretazione, una versione nuovamente ricostruita  nell’originale. Quindi la memoria è un processo continuo: quando un oggetto è rivisto, il pattern neuronale manda sprazzi di memoria attraverso il cervello. Pertanto i ricordi emergono da labirinti sempre in moto di formazioni neuronali e connessioni sinaptiche. Per spiegare meglio il concetto possiamo riprendere un esempio dello stesso Edelman. Immaginiamo un ghiacciaio che si sciolga e ricongeli col variare delle stagioni. Quando la temperatura s’innalza si formano alcuni rivoli che confluiscono in un torrente ed il torrente in un laghetto. Il laghetto è il nostro ricordo. La temperatura si abbassa, alcuni rivoli si congelano; poi si innalza ancora e nuovi rivoli si formano, rivoli che potranno o meno confluire con i primi. Alla fine, ci sarà lo stesso laghetto, diversamente alimentato e magari se ne formerà un secondo che potrà associarsi al primo.
Questa era già una supposizione di Freud quando aveva sviluppato il concetto di Nachträglichkeit. Già nel Progetto, infatti, sottolineava che il sintomo si svolge in due tempi: il primo tempo riguarda l’evento di seduzione, il secondo ne dispiega l’effetto traumatico; e, successivamente, in una Lettera a Fliess (6 dicembre 1896), aggiungeva che le tracce mnestiche sono, per esigenze di difesa, sottoposte continuamente a riscrittura Quando un’esperienza è disturbante, ma non devastante sarà possibile superarla solo associandola ad altri ricordi, viene modellata, edulcorata, perde quel peso specifico che aveva nel momento, e così diverrà guida per le azioni future (apprendere dall’esperienza): quando insomma ipotalamo, ippocampo e corteccia prefrontale possono lavorare armonicamente, sostenuti dalle giuste quantità di cortisolo Ma se questo non è possibile, il normale processo di ritrascrizione si blocca e si diviene schiavi del presente ricordato.. Ecco perché possiamo dire, che la patologia non dipende tanto dalla perdita di una funzione, quanto dall’incapacità di mantenere i legami tra aree cerebrali diverse.
Buona giornata.
MaPi